Ingegnere, esiste un modo per asfaltare in modo decente una strada?
«Non c’è un’unica modalità, ma la partenza è una sola, ovvero il monitoraggio. È fondamentale per capire se devi rifare il sottofondo o solo gli strati superficiali. A Roma da anni si effettuano solo manutenzioni di questo tipo, i cosiddetti “tappetini” da tre centimetri. È come se a casa avessimo un pavimento sconnesso e ci mettessimo sopra un tappeto. L’altro problema sono le opere in sottoservizi, fogne o cavi telefonici che aprono ferite sulle strade senza poi ripararle».
Quindi qual è il male della Capitale?
«La mancata manutenzione programmata, tra gli altri. Abbiamo accumulato troppo ritardo. Come dicono spesso i direttori dei lavori «si fa molto con poco», le strade sono fatte male perché si predilige un lavoro frettoloso e meno costoso».
«Il primo problema sono le scarse risorse ovviamente. Prima si mette in campo una programmazione annuale, con un monitoraggio attento e poi si danno il via ai cantieri, certo non a macchia di leopardo. Il sigillante utilizzato di recente dal Comune ad esempio non è una soluzione a lungo termine. Ma è impossibile per Roma poter incidere su questa emergenza da sola, con un fronte strade di 5.500 chilometri, cinque volte quelle di Milano…».
Le soluzioni quindi quali sarebbero?
«Come Acer abbiamo stimato che per rimettere seriamente in sesto le strade della Capitale servirebbero 250 milioni l’anno. Cifre abnormi perché il ritardo è gigantesco, la situazione ormai stratificata. È tempo di vedere le strade di Roma come una “grande opera», non più ordinaria, non parliamo di routine, ma di eccezionalità, di fondi strutturali, dell’aiuto dunque dello stesso Governo. Bisogna sedersi a un tavolo e programmare un piano pluriennale per risolvere il problema. E’ la Capitale di un grande paese, se lo merita..».
Come imprenditori avete proposte per il Comune?
«Sono stati appena affidati 75 milioni per la manutenzione di undici lotti della grande viabilità: noi abbiamo suggerito al Comune di avviare i bandi per i successivi lotti in manutenzione straordinaria ma con accordi quadro nei bandi, così non servirebbe il progetto esecutivo con tempi quindi ridotti. L’idea è recuperare le risorse nel bilancio triennale; noi vi abbiamo trovato circa 60 milioni».
Come giudica le iniziative dei cittadini che segnalano o tappano le buche da soli?
«È una mobilitazione giusta, a Roma servono però soluzioni a lungo termine: lo meritano questi cittadini attivi».
E i sanpietrini li teniamo?
«È una bellissima pavimentazione ma incompatibile con il traffico di Roma. Andrebbero tutelati solo nel centro storico».